19 febbraio 2024
ore 13:20
di Francesco Del Francia
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 Per tutti

Saper interpretare correttamente un bollettino di allerta meteorologica emesso dalla Protezione Civile, dovrebbe essere pratica comune a qualsiasi cittadino, così come saper attuare tutte quelle norme comportamentali di autoprotezione nei diversi scenari di rischio. Bisogna, purtroppo, constatare come su questo ci sia molta strada ancora da fare, a livello trasversale, sia sulle nuove che sulle vecchie generazioni. Questo articolo si prefigura lo scopo di dare alcune utili informazioni al riguardo, con ulteriori link sui quali poter approfondire la tematica. 

ALLERTE METEO: l'unico Ente che in Italia può promulgare allerte meteo-idrologiche atte alla salvaguardia di beni e persone è la Protezione Civile (e quindi il Dipartimento Nazionale, i Centri Funzionali Regionali detti CFR e alcune Arpa a cui è demandata tale funzione). Ogni giorno, nel primo pomeriggio, le allerte meteorologiche regionali (bollettini di criticità e bollettini di vigilanza) vengono -per praticità di consultazione- accorpate dal Dipartimento di Protezione Civile nel Mosaico Nazionale e rese consultabili a tutti i cittadini. Le allerte meteorologiche vanno, quindi, ad evidenziare situazioni potenzialmente dannose per persone o cose e si dividono in criticità idrogeologica con codice colore giallo, arancione e rosso, criticità idraulica con codice colore giallo, arancione e rosso e criticità per temporali con codice colore giallo e arancione. 

  • La criticità idrogeologica sarà maggiormente legata ad impatti al suolo riguardanti frane/smottamenti, instabilità di versante, allagamenti o ruscellamenti e innalzamenti idrometrici dei bacini minori;

  • La criticità idraulica riguarderà gli innalzamenti idrometrici di tutti i corsi d'acqua, anche i bacini maggiori (che potranno verificarsi anche lontano dalle aree maggiormente piovose o con un ampio e successivo scarto temporale dopo le precipitazioni);

  • La criticità per temporali, come il fenomeno stesso rappresenta, prefigurerà una maggiore incertezza previsionale nella precisa localizzazione dei rovesci, con impatti simili a quanto esplicitato per il rischio idrogeologico ma con fenomeni che potrebbero essere puntualmente più intensi. Ad essi, si aggiungono le forti raffiche di vento collegate a tali strutture (downburst) nonché i rischi connessi ai fulmini e alle possibili grandinate. 

Queste le informazioni preliminari semplificando all'estremo; per una più approfondita ed esaustiva distinzione vi rimandiamo al seguente link

Una cosa sicuramente importante -su cui si fa molta confusione- e che va quindi compresa e assimilata è sicuramente questa: un codice colore giallo non rappresenta, in senso stretto, un'allerta meno grave rispetto agli altri due codici colore, ma rappresenta ad esempio un rischio più circoscritto nello spazio che si possa manifestare una situazione pericolosa. Ecco quindi che in un dato settore in cui è presente l'allerta gialla, un forte temporale o una pericolosa situazione di allagamento, si potrebbe presentare anche solo in un punto specifico o comunque in un'area molto circoscritta rispetto alla maggiore diffusione spaziale, ad esempio, riscontrabile nel codice colore arancione. Durante un'allerta occorrerà, quindi, restare aggiornati con gli Enti di Protezione Civile locale, regionale e con il proprio Comune (attendendosi alle loro indicazioni). Il Sindaco, infatti, risulta la prima autorità di Protezione Civile, colui che ha perfettamente contezza della situazione sul suo territorio e colui che attuerà tutta una serie di decisioni puntuali atte alla tutela dei propri concittadini e dei loro beni.

NORME DI AUTOPROTEZIONE: in presenza di una allerta meteo emanata dalla Protezione Civile risulta opportuno adottare tutta una serie di comportamenti, sia in casa che all'aperto, relativi ai vari scenari di rischio; quelle che in gergo vengono chiamate norme e regole comportamentali di Protezione Civile. Questa "cultura del rischio" altro non è che una serie di azioni atte alla salvaguardia di sé stessi e degli altri, di cui purtroppo la sua conoscenza e diffusione risulta abbastanza deficitaria o comunque molto migliorabile tra la popolazione. Sapere cosa fare quando sta piovendo più del dovuto, durante una alluvione, quando sono previsti forti temporali, in caso di frana, quando è prevista neve e gelo, in caso di valanga, durante le ondate di calore con conseguente aumento degli incendi, in caso di nebbia o quando sono previsti forti venti e mareggiate risulta veramente fondamentale. 

Un esempio su tutti per far comprendere l'importanza di queste norme. Anche un innocuo allagamento stradale può nascondere molte insidie. E se appare evidente la pericolosità in un'area estremamente concava come un sottopasso stradale, in realtà anche una normale strada leggermente concava (che magari non conosciamo o percorriamo durante le ore notturne) può rappresentare un pericolo. Bastano infatti circa 15 cm di acqua in movimento per spostare un adulto e 25 cm di acqua per sollevare e spostare un'automobile. L'automobile, una volta sollevata dall'acqua si sposterà nell'area più concava della strada. L'acqua potrebbe quindi salire prima all'altezza del tubo di scarico provocando lo spegnimento dell'auto, poi salire all'altezza degli sportelli impedendo l'apertura degli stessi. A quel punto i finestrini potrebbero non rispondere all'apertura elettronica e se non si è provvisti di martelletto frangivetro d'emergenza si potrebbe correre il serio rischio di rimanere intrappolati nell'automobile e- con il livello dell'acqua in ulteriore salita- rischiare la propria vita.

Oltre a questa "cultura del rischio" che va letta e assimilata "in tempo di pace" per essere utile alla bisogna, durante l'emergenza, quando subentra anche una componente emotiva, quello che andrebbe ritrovato è anche quella sorta di senso civico, di senso di comunità e altruismo che i frenetici tempi moderni ci hanno fatto accantonare o peggio dimenticare. Mi spiego meglio. Diffondere il messaggio di un'allerta arancione o rossa (o in situazioni evolutive anche un messaggio "real-time" di aggiornamento di una Prefettura, di un CFR o di un Sindaco) risulta determinante. In queste situazioni fare una telefonata ad un nostro parente che sappiamo percorrere per lavoro una strada pericolosa o che costeggia fiumi; oppure assicurarci che i nostri vicini di casa, specie se persone anziane, siano al corrente della situazione di allerta e -in particolare- qualora abitassero in una casa posta al piano terra o sotto il livello stradale, in una zona notoriamente allagabile, sarebbe opportuno oltre che avvisarli, di invitarli a salire con noi di un piano trascorrendoci qualche ora insieme. 

Insomma, in questi casi per fare semplicemente la differenza basta veramente poco. Ossia, basterebbe che ognuno di noi facesse la sua piccola parte, come viene esposto anche nelle campagne informative "Io non rischio" che troviamo ogni anno in alcune piazze italiane. Tutti noi siamo la Protezione Civile e solo con la cooperazione di tutti si vincono le battaglie, anche quella della disinformazione scientifica, sociale e civica. 


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