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9 maggio 2024
ore 8:57
di Carlo Migliore
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1 minuto, 9 secondi
 Per tutti

L'inquinamento ambientale causato dalla plastica è una delle sfide più urgenti da risolvere per l'umanità, questo materiale quasi indistruttibile è entrato ovunque nelle nostre vite e invece di diminuire aumenta di anno in anno. In uno studio pubblicato su Nature Communications un team di ricercatori ha sviluppato un sistema per rendere la plastica biodegradabile inserendo al suo interno delle spore batteriche che si attivano solo in determinate condizioni. L'ostacolo più difficile da risolvere è stato trovare delle spore che sopravvivessero alle alte temperature di produzione dei materiali plastici, poi è stato identificato un ceppo di batteri (innocui per l'uomo) che modificato geneticamente ha risposto all'esigenza. Il risultato è un Poliuretano termoplastico biocomposito (TPU), che funziona egregiamente come una plastica comune finché serve, poi una volta gettato in discarica, rigorosamente nell'umido si decompone organicamente disfacendosi al 90% nell'arco di circa 5 mesi

Attenzione perchè parliamo di biodegradazione che è una cosa ben diversa da quello che accade alle plastiche comuni che finiscono nell'ambiente. le plastiche comuni si disfano mantenendo la struttura plastica e finiscono con il trasformarsi in microplastiche, ancora più dannose. Questo TPU diventa invece a tutti gli effetti parte del ciclo organico. Una sorta di plastica "vivente" se vogliamo che in quanto a caratteristiche di efficienza e  resistenza non ha nulla da invidiare alla plastica normale.


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