12 gennaio 2024
ore 13:35
di Edoardo Ferrara
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La situazione in Artico e Antartico
La situazione in Artico e Antartico

ARTICO, GHIACCIO MARINO IN FORTE RECUPERO A DICEMBRE - In particolare nella fase conclusiva del mese di dicembre i ghiacci marini artici sono aumentati con un ritmo superiore alla media, sebbene complessivamente l'estensione totale risulti invece ancora sotto la media trentennale 1981-2010. Entrando più nello specifico, secondo i dati del National Snow and Ice Data Center, l'estensione media dei ghiacci artici a dicembre è stata di circa 12 milioni di km quadrati, la nona più bassa nei 45 anni di misurazioni satellitari. Tuttavia il rate medio di incremento dei ghiacci per giorno, come anticipato è risultato ben oltre la media, ovvero di 87.000 km quadrati (a fronte di una media di 64.100 km quadrati). La rapida espansione ha interessato in particolare i mari di Bering e Chukchi e la Baia di Hudson; ghiacciato anche il Baltico settentrionale. Estensione invece inferiore alla media sul lato nord atlantico, corentemente con l'ultima decade. Il trend lineare di perdita di ghiacco negli ultimi 45 anni è stato di 43.000km quadrati all'anno per il mese di dicembre, che ha così perso 1.97 milioni di km quadrati dal 1979 ad oggi. 

Estensione del pack artico in relazione alla media, riferita a dicembre 2023. Fonte dati NSIDC
Estensione del pack artico in relazione alla media, riferita a dicembre 2023. Fonte dati NSIDC

Dal punto di vista sinottico il mese di dicembre ha evidenziato una configurazione barica media caratterizzata da due centri depressionari sul Golfo dell'Alaska e sul Nord Europa, contestualmente ad una cellula anticiclonica sulla Russia centrale. 

LA SITUAZIONE IN ANTARTICO - A inizio dicembre l'estensione dei ghiacci marini antartici aveva raggiunto il record negativo (sempre in riferimento ai 45 anni di misurazioni satellitari). Tuttavia successivamente il rate di fusione stagionale (ricordiamo che in Antartide ora è estate) ha rallentato parecchio, tanto che a inizio 2024 si è passati al sesto posto come estensione più bassa rispetto al primo posto record riscontrato a inizio dicembre. Nonostante a livello generale siamo ancora sotto la media trentenale 1981-2010, vi sono delle aree specifiche dove invece i ghiacci marini antartici sono attualmente sopra la media, in particolare nel Mar di Weddell e nel comparto occidentale del Mar di Ross. Coerentemente con il periodo, una grande polinia si è aperta sulle piattaforme glaciali di Ross e Sulzberger (ovvero un'area di superficie marina libera da ghiacci e circondata dalla banchisa). Sotto il profilo termico si sono palesate temperature sopra la media soprattutto sul comparto antartico occidentale (in genere di 1-3°C). Valori termici sotto la media invece sulla Terra di Wikes, comunque non compensativi.

Estensione del pack antartico in relazione alla media, riferita a dicembre 2023. Fonte dati NSIDC
Estensione del pack antartico in relazione alla media, riferita a dicembre 2023. Fonte dati NSIDC

UNO SGUARDO AL 2023 IN GENERALE - L'elemento più saliente per le regioni polari è stato senza dubbio l'estensione decisamente molto bassa dei ghiacci marini antartici che ha caratterizzato buona parte del 2023. In particolare a metà agosto il pack marino nell'emisfero australe era di quasi 2 milioni di km quadrati al di sotto dei precedenti record negativi raggiunti nel 2022, 2002 o anche 1986 a seconda del giorno considerato, nonchè di circa 2.6 milioni di km quadrati al di sotto della media 1981-2010. Diverse ricerche mettono in relazione la frequente bassa estensione dei ghiacci marini antartici (a livello medio) con temperature superficiali del relativo Oceano decisamente alte. 

Per quanto concerne l'Artico, le oscillazioni dell'estensione del pack sono coerenti con i pattern degli ultimi dieci anni evidenziando in particolare un recidivo ammanco di ghiaccio sul lato Atlantico e una fusione elevata durante la stagione estiva sulle coste siberiane orientali. Tuttavia va anche segnalato che il rate di ritiro dei ghiacci artici ha subito un rallentamento dal 2012 e che proprio il record negativo di settembre 2012 non è più stato superato. Non sono ancora state sviscerate le cause di questo rallentamento, che potrebbero coinvolgere le variazioni di trasporto di calore verso l'Oceano Artico. 


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